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  [record reviews: aadap]




Motorpsycho
Angels & Daemons At Play

Review taken from the
Italian magazine
ROCKERILLA, May 1997.
Italian. Transcribed by federpsycho.


MOTORPSYCHO
Angels & Daemons At Play
(Stickman)

Gli U.S.A.? Dopo il Polo la prima a sinistra ... suonava più o meno così lo slogan di una compagnia aerea, qualcosa come venti-venticinque anni fa.
A Trondheim, centro costiero norvegese che si impara a ricordare sui testi di scuola soltanto per la pesca del merluzzo, quel manifesto deve essere rimasto esposto più a lungo che altrove, abbastanza comunque da rimanere impresso nella testa dei cinque ragazzi che nel '91 hanno dato inizio alla più importante vicenda del rock underground locale, una storia che ha già prodotto dischi di grande spessore come Demon Box e Timothy's Monster e che continua su quella eccellente falsariga con il programma di AADAP, sesto titolo della discografia maggiore dei Motorpsycho.
E l'America rimane in effetti il riferimento costante dei suoni e dell'immaginario del gruppo norvegese, fatta sempre salva la libertà che essi sono soliti concedersi di riplasmare secondo il loro gusto ed estro personale i modelli che di là arrivano. Sono, quelle, delle integrazioni e delle aggiunte di non poco conto, come ci si può accorgere dalla destrezza con la quale essi evitano di cadere nella trappola della citazione pur continuando a maneggiare suoni volgarizzati da gruppi come Sonic Youth, Jesus Lizard e - sia in maniera meno manifesta - Pavement. All'asprezza ealla spigolosità proprie di quelle formazioni i MP possono affiancare un'attitudine visionaria affatto personale, un mood trasparentemente nordico nel descrivere atmosfere di dolore esistenziale o di intensa drammaticità (Stalemate e Timothy's Monster) e nell'affacciare latenti propensioni prog e hard-rock (Un Chien D'Espace e Sideway Spiral II). Quel che più sovente ne scaturisce sono compo-sizioni dalle strutture armoniche piuttosto complesse, brani che possono facilmente prendere la strada della libera improvvisazione, se non addirittura, se non addirittura quella più avventurosa dello sperimentalismo. In ogni caso, il meglio di sè, almeno per ciò che concerne l'immediatezza di fruizione, il gruppo lo dà ancora negli episodi che viaggiano ben all'interno del solco rock, in brani come Walking On The Water, una robusta ballata che si sviluppa su una perentoria scala di basso, In The Family, con il pianoforte a ricamare agili e leggeri arpeggi intorno alle sferzate elettriche delle chitarre e Like Always, melodica, veloce e sottilmente malinconica come nei migliori episodi dei Dinosaur Jr.
Fossero popolari soltanto la metà di quello che meriterebbero, darebbero filo da torcere a gruppi ben più blasonati di loro.

Elio Bussolino