Review of Barracuda taken from the
Italian magazine
RUMORE, March 2001.
In Italian. Transcribed by Sunchild.
Motorpsycho
Barracuda
(Stickman)
La differenza tra i Motorpsycho e tutti gli altri gruppi č semplice: loro sono, prima di ogni altra cosa degli appasionati del rock, in tutte le sue forme. A loro piace spaziare negli stili. Hanno saputo conservare con il tempo questa genuina attitudine di entusiasti della musica, non preocuppandosi nč di avere un immagine nč di appartenere ad una scena. I Motorpsycho da sempre amano sorprendere il loro pubblico. Se hanno appena inciso un disco che respira rarefatte atmosfere jazz (vedi l'ultimo Roadwork), ecco pronto un nuovo album che li vede tuffarsi in tutt'altro, magari in torridi groove hard rock / soul.
Com'č il caso di Barracuda, il nuovo lavoro in studio, che, ancora una volta, riesce a spiazzarci.
Spazzate vie le indolenze indie dell'ultimo cd, i tre norvegesi ritornano ad indossare i panni della band hard, ma con una prospettiva del tutto particolare. Avete presente gli MC5 di High Times, l'album che vedeva i cinque di Detroit mischiare il loro high energy rock con il soul, usando arrangiamenti fiatistici? Ecco, i Motorpsycho hanno pure il merito di farci rivalutare quel periodo degli MC5, solitamente messo in secondo piano rispetto al classico, fiammeggiante Kick Out The Jams.
La fusione riesce in pieno ai tre di Trondheim. Con i loro groove freddi, guidati dal ruvido e metallico basso, gli arrangiamenti da big band con fiati stanno benissimo (vedi Star Star Star). Ma sopratutto č il feeling nero nella voce di Sęther che emoziona (Heartbreaker). Non lo facevamo cosģ bravo come cantante.Con la particolare eccezione degli ultimi due brani, Dr. Hoffman Bycicle e Glow, che grondano di una festositą psichedelica tipicamente inglese (Tomorrow?), Barracuda č dunque l'album che vede ritornare i Motorpsycho alla linea 'dura'. Personalmente, non vedevo l'ora. Ma attenzione: non stupiamoci se, sin dal prossimo passo, la band deciderą di cambiare di nuovo le carte in tavola e cimentarsi, magari, con una forma di post rock elettronico ...
Claudio Sorge
