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  [record reviews: phanerothyme]




MOTORPSYCHO
Phanerothyme

Review of Phanerothyme taken from the
Italian e-zine
KALPORZ, 2001-12-14.
Italian. Found at the kalporz site and sent in by Rosario Leo, the man himself.


Motorpsycho - «Phanerothyme» - cover front
Track List:
1.  Bedroom eyes
2.  For free
3.  B.S.
4.  Landslide
5.  Go to California
6.  Painting the night unreal
7.  The slow phaseout
8.  Blindfolded
9.  When you're dead
 

MOTORPSYCHO
Phanerothyme (Stickman Records, 2001)

Gli avi vichinghi dei Motorpsycho sono diventati famosi per essere stati dei grandi viaggiatori e degli altrettanto grandi e temuti saccheggiatori. Pare proprio che i nostri contemporanei ragazzi di Trondheim (Norvegia) abbiano mutuato tali caratteristiche, adattandole ovviamente ad un mondo più civilizzato (almeno in apparenza). Viaggiatori dunque, perché sempre in tour, ovunque. E col tempo, album dopo album, saccheggiatori di stili e spunti musicali rappresentativi di almeno tre decadi di rock, per tacere di alcune contaminazioni jazz. E se l'obelisco egiziano, portato a Parigi da Napoleone come trofeo di guerra, campeggia da decenni in Place de la Concorde, totalmente francesizzato nel suo decoro stilizzato, anche "Go to California" non è un semplice plagio di "Light my fire", ma la sua naturale e devota continuazione in una nuova fase temporale.

Saether, Ryan e Gebhardt hanno dalla loro una straordinaria padronanza della materia sonora, unita ad un'irrisoria facilità creativa. "Bedroom eyes", l'opening track, è bella da non credersi, delicata come potevano essere alcune creature di Nick Drake. Un riff incisivo apre "For free", dove una potentissima base ritmica punk/hardcore si fonde ad un delizioso gusto progressive Camel-Spirit: l'impasto è eccezionale, carico, passionale, tutte caratteristiche che il vecchio prog-rock perse con l'andare degli anni e dei gruppi. "B.S." è pura gioia dei sensi, carnale nel suo basso in primo piano, aerea nelle sovrapposizioni di flauto e Fender Rhodes. "Landslide" continua questo delirio di note con il suo incipit alla Jethro Tull, tanto agreste quanto nervoso e tecnico, per poi dipanarsi in una pura melodia pop, con voci dissonanti degne dei primi Soft Machine e Pink Floyd. Abbiamo già accennato a "Go to California" ed alla sua progenitura, innervata da abbondanti dosi Jefferson Airplane e Grateful Dead, liquida e densa come un altro capolavoro Doors, "Riders on the storm". "Painting the night unreal" e "The slow phaseout" sono preziosi scrigni contenenti pillole di Pink Floyd Waters-dipendenti, fiati di Bacharach, squarci celestiali modello Van der Graaf Generator/Genesis. Lo psycho-jazz surreale "When you're dead" chiude il disco, preceduto dalla meravigliosa "Blindfolded", un'opera d'arte che dovrebbe essere fatta ascoltare a scuola, una canzone di puro pop con tutti gli ingredienti per entrare nella storia.

Il "bottino" contenuto in "Phanerothyme" costituisce così un capolavoro di musica moderna, creata da una triade libera e colta, una boccata di aria fresca in un panorama ingessato da troppi lugubri e noiosi schematismi.

Rox