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MOTORPSYCHO
13/11/02, 'Live Club'
Trezzo sull'Adda (MI)
Review of the Trezzo d'Adda show / 2002-11-13, taken from Italian e-zine
IIl Bloom, attivissimo centro culturale di Mezzago, con una puntualità impeccabile
anche per quest'anno ha organizzato quello che da tempo si conferma ormai un
appuntamento fisso per gli amanti della migliore musica: la discesa in Italia dei
norvegesi Motorpsycho, da queste parti gruppo di culto per molti.
Spendere parole per illustrare le tappe che hanno portato il trio a venir considerato la formazione europea che più di altre ha saputo influire sui gusti dell'ultima generazione dei più attenti ascoltatori e musicisti può risultare scontato soprattutto se gli artisti in questione hanno dalla loro un'invidiabile attività sia live che discografica con ben 14 album pubblicati in 11 anni di attività oltre ad una miriade di EP. Per una sera ancora il miracolo di questa band si compie radunando oltre mille spettatori provenienti da tutto il paese e una buona percentuale di stranieri, caso più unico che raro per un concerto da queste parti. La fila fuori dalle porte è ancora lunga, mentre all'interno ormai lo spazio di fronte al palco si fa sempre più stretto. Qualche minuto di attesa ancora ed ecco che lo spegnersi delle luci sancisce l'inizio di quello che senza dubbio rappresenterà uno dei più formidabili eventi del nostro autunno musicale. Da questo punto in poi tutto sarà chitarre, sudore, dilatazioni soniche mozzafiato, immagini proiettate ora in rugginosa alternanza e poi in traballanti in sovrapposizione a suggestive progressioni psichedeliche, energia ed emozioni regalate a piene mani alla platea che ricambia cantando, dimenandosi a più non posso e osannando con il maggior calore possibile uno dei simboli più eclatanti della fierezza underground degli anni '90. Ai lati opposti del palco il basso e il microfono di Bent sanno che possono contare sulle presenze simmetriche e rodate del chitarrista Snah; alle loro spalle rispettivamente l'agile batterista Gebhardt e, a far la differenza, il mellotron di Slagsvold, tanto potente da superare a tratti le possenti distorsioni della chitarra in furiosi e annebbianti assoli, non meri riempimenti ma parti integranti di brani complessi ma dal fascino mordace del miglior rock n'roll. Da ricordare assolutamente la versatilità con la quale il gruppo è in grado di coniugare generi ed attitudini talmente diverse fra loro da apparire inconciliabili: la psichedelica acustica con il rock pesante, il sound della San Francisco di fine anni '60 con il miglior grunge, senza dimenticare quel gran marasma del movimento post rock all'interno del quale i Motorpsycho godono del ruolo di sperimentatori di primo piano. La costante melodica fa la fortuna di certe soluzioni sonore che strizzano l'occhio a diversi grandi del passato, cui senza dubbio i norvegesi devono molto: Beach Boys e Led Zeppelin, AC/DC e i migliori dischi Motown, Grateful Dead e gli MC5, dei quali vengono proposti in un lungo medley nei bis rispettivamente "Turn on your lovelight" e "Black to Comm" in una forma ad esatta metà tra funk ed hard rock. La scaletta pesca senza soluzione di continuità nel repertorio della formazione senza dimenticare le hit di maggior successo: "All is loneliness" cambia veste tramutandosi in una nenia il cui nocciolo esplode in mille pezzi lasciando una inaudita scia noise, le chitarre levate all'unisono sul riff di "S.T.G." riportano a tempi in cui bastavano capelli e barba lunghi per farsi amare dal pubblico più oltranzista, mentre "Go to California" appare solare e demodé come poche composizioni dei nostri tempi, caleidoscopica e affascinante nella sua complessità. I quattro svolgono egregiamente la loro parte anche nei riusciti intrecci vocali di "For free" e "Neverland", brani per nulla semplici che convincono appieno anche nella prova live. Per ben due ore e mezza i Motorpsycho fanno di tutto per dimostrare il loro indiscutibile valore al proprio pubblico, dispensano energia e dimostrando una compattezza invidiabile, impressionando grazie pure ad un impianto eccellente dal quale ogni minima sfumatura sonora è potuta risaltare in tutta la sua geniale eccentricità. La loro ricerca reclama prepotentemente una vitalità fuori dal comune, lontana dal compiacimento di un mero revival dei bei tempi che furono, attualizzando di questi la forma e soprattutto l'entusiasmo, elemento che sempre le formazioni di indiscutibile valore sanno dimostrare nei confronti del proprio fare musica. Incontrare i Motorpsycho dal vivo è un'esperienza che chiunque senta il bisogno di capire dove il rock nella sua accezione contemporanea sta evolvendosi, dovrebbe fare. Appuntatevelo: la prossima volta non avrete più scusanti. Andrea Salvi
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