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c o n c e r t i
Motorpsychedelic
Review of the Rimini show / 2001-10-03
Motorpsycho
RiminiRock 03/10/01 Ad un album, "Phanerothyme", pienamente ispirato agli anni settanta e alla psichedelia, non poteva che seguire una performance altrettanto visionaria e ricca di spunti quasi progressivi. Il bello è che i Motorpsycho possono permettersi anche questo: dopo incursioni nell'heavy-grunge, nello space-jazz e nel pop, si concedono il lusso di andare ancora a rivisitare il cliché anni settanta, mai abusato anche se fin troppo conosciuto dalla band; e lo fanno 'suonare' come qualcosa di nuovo, filtrato da una sensibilità anni novanta e da una discografia, la loro, che ha provato un po' di tutto. La conferma arriva dalla scaletta che attinge a piene mani da "Phanerothyme": dalla Bacharach-iana Bedroom Eyes e Blindfolded al pop di The Slow Phaseout, dalla easy B.S. alla ballata Landslide, passando per una Go To California con tanto di coretti e finale "doorsiano". Tutto suona ancora seventies e gli astanti sembrano gradire. Nelle due ore e mezza di esibizione (durata a dir poco progressiva!) trovano spazio anche "Demon Box" e "Let them eat cake"; quest'ultimo, in particolare, è stato ben rappresentato da The Other Fool e da una versione fiume di Never Let You Out, magnificata, tra un ritornello e l'altro, da un delirio sonico che scatena il pubblico. Senza ombra di dubbio i Motorpsycho sarebbero stati il gruppo preferito di un Aldous Huxley vissuto negli anni novanta. Beatrice Finauro
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