Interview with Geb
taken from the
Italian e-zine
NEWSIC, April 2000.
Italian. Found at the newsic-site.
"Let Them Eat Cake" dei Motorpsycho è l'album che più ci ha
colpito ed entusiasmato in questi primi mesi dell'anno.
Un album spiazzante, coraggioso, a tratti geniale, in cui la band Norvegese si è prodigata con
partiture complesse e arrangiamenti sofisticati.Una decisa virata verso la canzone pop colta e
psichedelica, in cui le componenti hard e grunge dei primi lavori, vengono del tutto rimpiazzate
dai suoni eleganti di un'intera sezione d'archi. Ma quello che fa di "Let Them Eat Cake" un grande
album è la straordinaria forza delle canzoni, ed il fatto che sia al di sopra di qualunque cliché
di genere.
Un enorme salto di qualità da parte della band norvegese che sembra avere intrapreso un nuovo
cammino. Abbiamo approfondito il discorso con Gebhardt al quale abbiamo domandato per prima cosa
quali sono stati i passi che hanno condotto i Motorpsycho a realizzare un album così complesso ed
originale soprattutto negli arrangiamenti:
"Da parecchio tempo sognavamo di poter usare archi e fiati per le nostre canzoni, ma non lo
abbiamo mai fatto perché pensavamo che il mellotron potesse essere ugualmente efficace. Così è
stato per i precedenti album "Trust Us" e "Angels and Daemons", ma quando abbiamo iniziato a
scrivere le canzoni del nuovo album, abbiamo pensato che l'unico modo per poter rendere veramente
diverso il suono dei Motorpsycho, fosse quello di usare degli strumenti d'orchestra veri. Inoltre
quando abbiamo iniziato a comporre le canzoni, avevamo già in mente quelle che sarebbero dovute
essere le parti per gli archi ed i fiati. Questo ha cambiato il nostro modo di concepire la musica
e di suonare, in quanto abbiamo dovuto concedere dello spazio ad altri musicisti. Di solito
improvvisiamo molto quando proviamo in studio, ma questa volta non è andata così. Per ogni canzone
abbiamo scelto gli strumenti adatti a realizzare il suono che avevamo in mente, abbiamo usato
chitarre diverse e tamburi diversi, abbiamo cambiato ogni volta anche gli amplificatori ed il
suono dei microfoni".
Deve essere stato complicato gestire un tale dispiegamento di forze?
"Sì, per questo abbiamo coinvolto un nostro vecchio amico e fan, Baard Slagsvold, che con la sua
grande esperienza ed educazione jazzistica, ci ha aiutato alla stesura scritta delle partiture
orchestrali. In questo modo al momento delle registrazioni dell'album abbiamo potuto facilmente
far capire ai musicisti quello che volevamo. Baard ha inoltre suonato il piano e contribuito alle
parti vocali. Sono veramente soddisfatto del risultato ottenuto e soprattutto di essere riusciti a
portare fino in fondo le idee che avevamo in testa. Penso che sia riuscito meglio di quello che
speravamo".
E' giusto considerare "Let Them Eat Cake" come un album pop?
"Penso che lo si possa considerare un album pop ispirato dalla musica psichedelica dei tardi anni
sessanta, da gruppi come Love, Beach Boys, Beatles, per citarne alcuni. Far parte dei Motorpsycho
è entusiasmante perché non saprai mai quale sarà la prossima direzione musicale che la band
prenderà".
Come pensate di riuscire a ricreare in concerto, le stesse atmosfere acustiche ed
orchestrali?
"Esibizioni live e lavoro in studio per i Motorpsycho sono due attività del tutto distinte ed
incomparabili. Così noi non ci preoccupiamo molto di come riproporre in concerto i suoni elaborati
in studio. Quando sul palco gli amplificatori ti sparano più di 110 decibels, molti particolari
sonori approntati in studio andrebbero in ogni caso persi. Comunque, in ottobre, abbiamo già fatto
un minitour in Norvegia, con alcune bands emergenti come i The Otherfool e i Whip That Ghost,
concludendolo senza problemi in particolare. Inoltre per il prossimo tour ci farà compagnia il
nostro amico, Baard Slagsvold, che ci supporterà al piano ed ai sintetizzatori".
"30", la canzone che chiude l'album sembra quasi una colonna sonora. Avete mai pensato di
realizzare musica da film?
"Sì, pensiamo che la musica dei Motorpsycho stimoli l'immaginazione visuale e potrebbe essere
usata come colonna sonora di un film. Abbiamo già realizzato, infatti, alcune piccole
partecipazioni alle colonne sonore di film norvegesi, ma probabilmente questi film non sono
distribuiti nel resto dei paesi europei. Abbiamo inoltre realizzato un intero album, "The
International Tussler Society", in cui noi abbiamo suonato le nostre canzoni come se fossimo una
country-band. Questa colonna sonora è stata realizzata per uno spaghetti-western, diretto da Teo
Bu'Hara (!?!)".
Cosa ne pensate della multimedialità e di internet?
"Abbiamo un sito non ufficiale (http://motorpsycho.fix.no/) dedicato a noi e veramente carino. Ma
siamo troppo occupati con la nostra musica per immergerci nel nuovo mondo dell'informatica".
Quando verrete a suonare in Italia, vi stiamo aspettando?
"Il nostro tour europeo partirà in Norvegia il 15 marzo e suppongo che approderemo in Italia venti
giorni dopo. Non ne vediamo l'ora, visto che siamo golosissimi del vostro cibo, della pizza, dei
calamari fritti e soprattutto del vino rosso".
Stefano Garavaglia