Per la gioia di tutti i retro-rockers
nascosti tra voi, ecco il nuovo album del prolifico trio
norvegese dei MOTORPSYCHO. "It's A Love Cult" prosegue
idealmente il trip psichedelico di stampo marcatamente '60s
che la band aveva iniziato ad intraprendere con "Let'em Eat
Cake" e successivamente sviluppato con "Phanerothyme" (come
non ricordare l'irresistibile appeal di "Going To
California"?). Si parte alla grande con i riff "spiralati" di
"Uberwagner", 4 minuti devastanti con i quali i 3 di Trondheim
chiariscono immediatamente all'ascoltatore quale tipo di disco
si sta apprestando ad ascoltare. "Circles" può ricordare molto
da vicino le atmosfere dei Blind Melon del disco d'esordio,
mentre "Neverland" lascia trasparire l'intenzione di creare
(con successo, occorre dire) una nuova "Going To California".
"This Otherness" si sviluppa su toni decisamente più soffusi -
toni che ritroviamo nella successiva "Carousel", sette minuti
con finale in crescendo ed una efficace accompagnamento
d'archi che conferiscono una notevole carica emotiva al brano.
"What If" vede la band premere sull'acceleratore per un brano
ritmato, accattivante e, perché no, solare. Il vero capolavoro
del disco lo troviamo però nella seguente "The Mirror &
The Lie", gran pezzo d'atmosfera dalla neanche troppo velata
propensione prog. "Serpentine" è stata designata quale nuovo
singolo della band - ascoltatene il refrain, e capirete
perchè. Con "One More Daemon" l'atmosfera torna a
surriscaldarsi ed i riffs ad incattivirsi - 4 minuti
estremamente incisivi che introducono la conclusiva "Composite
Head", un vivace uptempo con la quale i MOTORPSYCHO chiudono
alla grande un album davvero godibile, pur richiedendo
all'ascoltatore quel minimo di apertura mentale necessaria per
apprezzarne la riproposizione di stilemi sonori che
appartengono ad un'epoca forse troppo lontana per l'età media
dei rockers di questi giorni.
Website: motorpsycho.fix.no
Voto: 7 (Max Murgia)
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