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- motorpycho
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- DredG: Eighteen People Living in Harmony
- Travis: Luv
- camper van beethoven: all her favorite fruit
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DE-BASER.recensioni/leggi |
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Ho deciso di spingermi oltre ogni soglia sto
giro, voglio rischiare di giocarmi tutto con una recensione di
uno dei tanti capolavori sperimentali dei Motorpsycho, un
compito durissimo ! Dove si deve iniziare a commentare i
Motorpsycho ? Dove inizia e dove finisce la loro musica
? La data fatidica é l’anno 1991, lo scenario è quello
scandinavo, quando questa prodigiosa Band norvegese attirò
l’attenzione su di se di tutto il mondo della musica.
Paragonati a tutti i più grandi del rock, dai Nirvana ai Kiss,
dai Black Sabbath agli Stones, loro rappresentano quanto di
meglio ha fornito l’Europa in quegli anni in cui tutti quanti
avevano gli occhi e le orecchie puntate su Seattle. Oggi, 12
anni dopo, Seattle é un lontanissimo miraggio, la scena Grunge
americana é pressoché drammaticamente sfumata, i Motorpsycho
invece ci sono, sono ancora lì e continuano a strabiliarci con
un cd più bello dell’altro, facendo della sperimentazione la
loro migliore virtù, conquistando premi e riconoscimenti
ovunque. Eppure, eccezion fatta per l’Italia, non sono mai
diventati così famosi, si pensi solo al successo ottenuto in
pochi anni dai Madrugada invece, sono insomma ancora un gruppo
di amici umili e affiatati che, sognando di venire a vivere
prima o poi in Italia, coltivano su questi pensieri la loro
preziosa vena creativa. E questo album va via con una
leggerezza indescrivibile, il titolo e il numero delle tracks
non contano più nulla, conta solo accomodarsi sul divano sotto
una coperta, chiudere gli occhi e viaggiare con la loro musica
nei loro sogni, sperando che prima o poi loro riescano a
realizzarsi il sogno più grande, e tu con loro. In questo
contesto surreale la loro musica non ha fine, non è mai sazia
di aver assaggiato un po’ da ogni pur sofisticato genere
musicale esistente, vuole sempre andare oltre perché
trascinata dallo splendore e dalla genialità delle loro
precedenti opere. Anche It’s a Love Cult come tutti gli altri
numerosi ep e quasi annuali cd é a tratti molto funkeggiante,
a tratti molto jazz, a tratti blues, punk, hardcore, hardrock,
ma sempre alternativo e inclassificabile. La loro musica é
così, o ti piace e ne vai golosamente matto, oppure non ti
piace e non piacerà mai.
djd
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