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Motorpsycho "It's a love
cult" |
di Alessandro Rinaldi
"It's a love cult" Stickman-records 2002
distribuzione Self Siamo giunti al tredicesimo lavoro per il nostro trio
norvegese. Mi è un po' difficile catalogare, recensire o giudicare
l'ultimo lavoro: l'imbarazzo non viene dalla mia assenza di idee da
sviluppare sul disco ma da un'incapacità congenita nell'esprimere un
qualsiasi giudizio lontanamente negativo obiasimevole sulle loro
produzioni.Il mio essere "di parte" può apparire scorretto ma la
giustificazione più plausibile a mia discolpa è la buona conoscenza
che ho della loro discografia e questo è quanto basta per attribuire
al loro percorso artistico e musicale qualcosa che rasenta la
perfetta maturazione delle loro idee. Mi spiego meglio ricordandovi
che la band muove i suoi primi passi intorno al 1990
sfornando una media di un disco all'anno (puntuali come il natale)
senza contare le decine di ep, collaborazioni, colonne sonore ecc..
.
Ma quel che colpisce di più è l'excursus stilistico che
negli anni sono riusciti a imprimere ai loro dischi:
Lobotomizer (1991) apre la strada alla band che, da buoni
norvegesi, esordiscono con sonorità metal-noise alternate a ballate
acustiche. Demon box (19993) è l'album che li rende un po'
più conosciuti nel panorama europeo: i suoni rimandano ancora
all'approccio metal, ma come citazione scanzonata e divertita al
genere; il resto del disco si apre a quella che sarà la loro svolta
pop-psichedelica che farà da comune denominatore anche nei lavori
futuri. Timothy's Monster (19994) è un doppio album
volutamente costruito sulla forma canzone più classica, i brani
hanno una miscela di elementi pop (melodie vocali) senza lasciare da
parte l'accurata ricerca sonora unita alla varietà degli aspetti
emozionali suscitati dall'atmosfera generale creata."Feel" è
il brano di apertura del primo cd: quieto,dolce, registrato su
quattro tracce, in camera da letto; il secondo cd si apre con
"The wheel" uno dei brani più oscuri e ipnotici (per testo e
musica) del loro repertorio. Questa ambivalenza è resa più concreta
nell'album Angels and Daemons at Play (1997). Il titolo
esprime già a fondo il contenuto: è un continuo susseguirsi di brani
che esplodono di gioia (Walking on the Water,
Starmelt-Lovelight) alternati da deliri sonori acidi e
distorsioni aggressive (Heartattack Mac, Un Chien
d'espace)..
Potremmo continuare all'infinito: come dimenticarsi di
Blissard (1996) che sembra voler essere un chiaro tributo ai
Sonic Youth? E Let Them Eat Cake? Doveil ritorno a sonorità pinkfloydiane, o meglio,
Barrettiane è chiaramente "cantato" nel brano che apre il disco
(...let's get some weed and chill out to Pink Floyd). Ma non
basterebbero centinaia di pagine piene di chiacchiere per riuscire a
dare lontanamente il merito che spetta a questo trio. Ritornando al
loro ultimo disco fresco di uscita la dimensione è quella degli anni
'60/'70. Come negli ultimi tre album, utilizzano una piccola
orchestra di ottoni e fiati, microfoni vintage (con il doppio degli
anni di chi ci canta dentro), senza trascurare l'amplificazione da
loro usata da sempre: testate haiwatt, orange, vox (tutte d'epoca).
Tutto ciò aiuta a percorrere e ritroso la storia del rock: i suoni,
cercati e ottenuti, sono quelli di trent'anni fa; il lirismo vocale
trasporta l'ascoltatore all'epoca beatlesiana (si ascolti Composite
Head), il groove d'apertura di "Custer's Last Stand (one more
daemon)" non lascia dubbi sulla natura di ricerca "a ritroso",
su epoche passate che la band sta effettuando da tre anni a questa
parte.
La strumentazione aiuta ma bisogna saperla suonare: per
reinterpretare nel 2002, innovando su generi pure già sfruttati e
prosciugati dagli anni, bisogna aver già attraversato le influenze
di quella che può essere definita "musica contemporanea" o degli
anni 90..(e se date un ascolto ai dischi da me appena accennati
potete farvene un'idea). Ritornano quindi indietro, sempre di più
per trovare, cercare ancora materiale apparentemente non più
elaborabile..Lo stanno facendo egregiamente, molti fan (io compreso)
definiscono i Motorpsycho un'attitudine al fare musica più che una
band. Sono dieci anni che scorrazzano in giro per l'Europa con il
loro furgoncino e ogni anno si presentano (puntuali come il natale)
per....se volete saperlo venite al concerto........space is the
place
Tour dates in
Italy
12.11 Castelfranco (Pisa) Totem Rock
Club ITALY 13.11 Trezzo d'Adda (Milan) Live Club I
14.11 Marghera (Venice) 041organized by New Age Club I
15.11 Cortemaggiore (Piacenza) Fillmore I
16.11 Rimini Velvet
Link: http://www.motorpsycho.fix.no/ e-mail:motorpsycho@online.no
segue la discografia ufficiale
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