Questo autunno 2002 si sta
prefigurando all'insegna del rientro delle band della
vecchia guardia. Procedendo per ordine cronologico:
nuovo album per gli Wire, band seminale
dell'underground anglosassone agli albori del punk,
Paul Weller già staziona permanentemente ai primi
posti delle hit britanniche, ed infine, è ormai
imminente l'uscita dei nuovi attesi lavori di Suede e
Supergrass.
Della stessa generazione di
quest'ultimi si possono considerare i Motorpsycho
che nello scorso decennio hanno sfornato una serie di
album di ottimo livello, collocandosi fra le band di
culto più seguite ed interessanti del rock alternativo.
Questo grazie alla loro capacità di rinnovarsi, di
rischiare, di rimettersi in discussione ogni volta alla
ricerca di nuovi percorsi sonici, e il tutto con
un'unica grande passione: la musica.
Con queste
preziose e sempre più rare doti, i Motorpsycho, ci hanno
sorpreso e appassionato. Con i primi album più duri, più
hard e rumorosi, con le divagazioni prog e la splendida
testimonianza dell'attività live del gruppo congelata
nella serie di volumi "Roadwork", con la svolta
stilistica di "Let Theme Eat Cake" che ha dato
l'avvio ad un duro lavoro di recupero e rimodulazione in
chiave moderna dei suoni degli anni settanta.
Il
nuovo album, "It's A Love Cult", è un altro
prezioso gioiello, ricco di ottime intuizioni e
pericolose divagazioni. Infatti, nonostante
"Überwagner or a Billion Bubbles in My Mind" apra
l'album ricalcando le orme di "Phanerothyme", il
resto dell'album riserva delle importanti novità
stilistiche.
"This Otherness", ad
esempio, è un mirabile esercizio jazz,
"Carousel", zuccherosa ballata che pacifica
l'animo, sfoggia un arrangiamento orchestrale dalla
raffinatezza degna di un Bacharach. "The
Mirror & The Lie" è un altro brano down-tempo,
questa volta con arrangiamento minimale, che commuove
per la tensione che profonde. "Serpentine"
cattura al primo ascolto, con quella melodia un po'
sbilenca sembra una canzone dei Pavement suonata
dai Motorpsycho, una vera chicca.
( Stefano
Garavaglia ) ( October 8 2002 )
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