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  [record reviews: blissard]




Motorpsycho: Blissard

Review of Blissard from the
Italian magazine
RUMORE #50 / March 1996.
In Italian. Review transcribed by Alessandro Riva.


MOTORPSYCHO
Blissard

Giusto un anno fa avevamo lasciato i Motorpsycho di Timothy's Monster, summa della loro produzione passata e mastodontico doppio (pre-Smashing Pumpkins) contenente gioielli pop come Beautiful Sister. Un mese dopo, gli stakanovisti norvegesi erano di nuovo in pista con The Tussler, che dimostrava una volta di più il loro eclettico background (memorabile in tal senso la versione di The House at Pooneil Corners, risalente a qualche anno fa). Ora, con Blissard, esce il vero e proprio seguito di Timothy's Monster, ma le differenze sono parecchie, come si capisce già dalle battute iniziali: le sferzate elettriche di Sinful, Wind-Borne e Drug Thing sembrano quasi un omaggio al muro di chitarre di Daydream Nation. La band di Moore e Ranaldo ispira la prima parte del lavoro (un pò come lo erano stati, in passato, i Dinosaur Jr.); in seguito, le sonorità tipiche degli ultimi Motorpsycho, più maturi, emergono nel riff velenoso di S.T.G. e nelle note delicate del''epica Manmower, facendone dei classici del gruppo, immediatamente riconoscibili. Blissard conferma i Motorpsycho come sicuro punto di riferimento della scena "indie-rock": benchè norvegesi e lontani dal successo di massa, vanno considerati come tali e rispettati al pari di nomi più celebrati, che in realtà hanno il solo merito di vendere.

Emanuele Sacchi