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  [record reviews: let them eat cake]



Motorpsycho
Let Them Eat Cake
Stickman

Review of Let Them Eat Cake taken from the
Italian e-zine
KWMUSICA, 2000-01-26.
In Italian. Found at the kwmusica-site
and sent in by Fabio.


MOTORPSYCHO
Let Them Eat Cake
Stickman

C'è uno stacco, nell'apertura del nuovo disco dei norvegesi Motorppsycho, in cui pare che Led Zeppelin sound e melodie brit-pop si possano fondere felicemente: un passo che fotografa con precisione le vie di un percorso partito tra hard-core, metallo & folk, e poi sempre più interessato ai timbri ed alle armonie, ai contorni dei suoni. Così, Bent, Snah ed Hakon passano con decisione sulle rotte di un pop inventivo e struggente, che non rinuncia alle sue virate espansive, ma lo fa con un gusto meno accumulatorio rispetto al passato, come accade nella chiusa di 30/30. Altre vittime del post-rock decaduto, con cui hanno avuto ben poco da spartire? Piuttosto, sempre più innamorati a modo loro di melodia; immersa nella caligine malinconica di Upstairs-Downstairs, qualcosa che mette insieme il wall of sound di Phil Spector con le deviazioni tipiche della band, la sigla Motorpsycho arriva in Let Them Eat Cake alle sue estremità espressive. Si tratta, in sostanza, di un incrocio di timbri e di melodie da songbook per il nuovo millennio, con uso senza remore di archi e fiati, che pone, e scusate l'irriverenza (ma diteci se una canzone come Big Surprise non pare presa direttamente da qualche session di Pet Sounds dei Beach Boys), all'attenzione di molti un percorso paradigmatico: dalla corrosione alla riflessione, in chiave pop. Lo spettro sonoro del disco spazia tra beat, ricami alla Rolling Stones (Never Let You Out), strumentali elettrici in chiave quasi southern (Whip That Ghost), via dalla strada che fu e senza generare alcun tipi di rimpianto. Ora ci resta unicamente attendere i concerti per vedere se vi troveremo riflessa questa dolcezza, intarsiata a ricami psycho-beat (Walkin' With J.), a scapito di ricordi Hawkwind e di lunghe suite psichedeliche. I furori adolescenziali passano, la curiosità e la coerenza sonora restano. Applausi.

John Vignola