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MOTORPSYCHO
Roadwork Vol. 2
Review of Roadwork Vol 2 taken from the
MOTORPSYCHO Per la serie Roadworks, ovverossia i live che i Motorpsycho confezionano periodicamente a beneficio dei propri appassionati, curandoli personalmente come fossero veri e propri reportage, ecco uscire il secondo volume, registrato al jazz festival di Kongsberg, nel 1995. Per la verità si tratta di una collaborazione a più gruppi: infatti assieme ai Motorpsycho ci sono anche Death Prod (deputato all'uso del theramin) e The Source. Il connubio che ne esce fuori è un magma musicale che non trovo migliore, e forse desueta, definizione se non chiamare rock jazz. Musica basata fondamentalmente sull'improvvisazione, aperta, cangiante, alimentata dalla creatività momentanea di chi la sta suonando. A volte anche leggermente tediosa ... All'ascolto dei lunghi e articolati brani di Roadwork 2 possono venire in mente sia la furiosa coralità dei Centipede, sia, un minuto dopo, i più eterei Grateful Dead, ma anche i King Crimson più siderali. Diverso dal precedente hard e psichedelico Roadwork, questo nuovo lavoro live dei Motorpsycho offre l'ennesimo aspetto inusitato di un gruppo che non finisce mai di stupire. Forse non esiste attualmente una band più eclettica e con più cultura musicale di loro. Claudio Sorge
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