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  [media stories: italian: 1999]



Cani dallo spazio?

Concert reviews taken from the
Italian e-zine
MUSICBOOM #II / 3, 1999.
Italian. Found at the musicboom-site.


Motorpsycho
Rimini 29.4.99
Mezzago 30.4.99

Una rondine non fa primavera, ma i Motorpsycho si. Più precisi di una bomba intelligente della Nato (non che ci voglia molto, pare...) i norvegesi tornano a girare l'Europa come sempre fra Aprile e Maggio. Le date in Italia questa volta sono solo 2, e molta gente è costretta, soprattutto per la data di Rimini, a caricarsi sul groppone svariate centinaia di kilometri : di perdere i Motorpsycho non se ne parla neanche.

Rimini, 29 Aprile

Il set dei Roseislandroad in apertura salta, probabilmente per gli stessi motivi per cui il concerto è stato spostato dal Velvet allo Slego : un peccato. Ora non resta che attendere. La gente è parecchia e impaziente, ma ci siamo.
L'inizio è strano ma coinvolgente : nella prima mezz'ora vengono suonati 3 pezzi inediti, che però non mancano di colpire da subito per carica e "spirito". Sembra che i Motorpsycho non si siano mai divertiti tanto sul palco, e noi reagiamo di conseguenza.
Non mancano ovviamente le parentesi psichedeliche, riservate al solito all'esecuzione di "Un Chien D'Espace", che a 3 anni di distanza non riesce a stancare, e si prende circa mezz'ora di tempo anche nella scaletta di stasera. Anche "Superstooge" fa la sua parte per spedire in orbita lo Slego, e il fatto di venir suonata in una medley con "Step inside again" non fa che aumentare l'entusiasmo e il grado di stordimento generale. Si torna sulla terra con "Feel", "Hey Jane" e "Hogwash", e ricomincia il divertimento : Bent improvvisa una canzoncina che sa tanto di cartone animato norvegese, le risate non si trattengono. Si tenta dunque un siparietto demenziale degno dei migliori Deep Purple, con Snah che tenta di ripetere con la chitarra i gorgheggi ( ! ?) di Bent : fallisce anche questo tentativo, ma ne è valsa la pena. Da morir dal ridere.
Conclusione con "Vortex Surfer", altra presenza quasi fissa degli ultimi 2 tour, ma non importa : l'intensità di questo pezzo sembra non poter diminuire. Splendido.

Mezzago, 30 Aprile

Io e i miei amici arriviamo al Bloom a metà pomeriggio, e ci intratteniamo lungamente con l'autista del tour bus : è pazzo ma simpaticissimo, ci fa vedere foto dei vari tour passati e ci racconta aneddoti osceni sui California Dream Men: irripetibili.
Anche oggi soundcheck a porte chiuse, e quando arrivano circa le 9 ci accorgiamo che la gente è veramente troppa : molti rimarranno fuori e si dovranno accontentare di ascoltare quel poco che riusciva a filtrare attraverso le pareti.
Il concerto di oggi è, chiaramente, molto diverso da quello di ieri : meno improvvisazione, ancora più rock'n'roll.
A "Heartbreaker" e "Hi times", 2 dei pezzi nuovi, si aggiunge anche "The Witch", cover di qualche oscura band tedesca dal ritornello irresistibile, che ho provveduto a cantare durante ogni doccia nelle 2 settimane successive (chi ha detto "non molte!"??).
Ma le sorprese sono solo cominciate ! Torna in scaletta "Kill Someday" (Dio solo sa quanto ho pregato che la suonassero...), e un cretino si mette pure a fare stagediving staccando il jack al basso : crocifissione in sala mensa assicurata.
Dal MotorCilindro salta fuori addirittura "All Is Loneliness" che, nelle parole di Bent, non era stata suonata per 4 anni. Che onore!
Presenti anche stasera "Feel" e "Hey Jane", affiancate da "You Lied", ancora "Hogwash" e, per rimanere in tema Deep Purple, una parentesi con "Highway Star".
Un unica pecca (ma non si può avere tutto !) : durante i pezzi più lenti non sempre c'era il silenzio che molti avrebbero voluto, e pare addirittura che il cantante di un noto gruppo italiano, che comincia con "after" e termina con "hours ", si sia preso qualche parola non simpatica a causa del volume del proprio eloquio. Voci di corridoio, eh ?Anche oggi chiude "Vortex Surfer" : probabilmente fra qualche tempo questo pezzo comincerà a stancare, non lo so, ma per il momento sta benissimo dov'è, e non esiste miglior chiusura per il concerto.

Teo Segale