Home Page / Ultime concerti 08-Sep-2000
 


29/8 - 2/9

Perfetto esempio di indipendenza artistica (per una volta veramente "artistica"), i Motorpsycho tornano per l'ennesima volta in Italia per una serie consistente di date. Fantasiosi nella scelta, nell'accostamento e nell'esecuzione dei pezzi, hanno convinto e stupito anche in questo tour di fine Estate, affollatissimo quanto ad affluenza di pubblico e calorosamente partecipato in tutte le date. Padroni della propria musica e determinati ad espanderne i limiti perfino oltre il buonsenso, i norvegesi sul palco combinano qualsiasi cosa passi loro per la testa, e questi cinque concerti ne sono stati ennesima conferma.

Bologna, 29 Agosto: La prima tappa del tour italiano dei Motorpsycho si tiene sotto il tendone dello spazio che l'Estragon gestisce all'interno della Festa Dell'Unità. L'acustica è discutibile, la gente parecchia. L'inizio del concerto è affidato a 'All Is Loneliness', numero percussivo e d'atmosfera proveniente dal capolavoro 'Demon Box': qualche problema alla batteria impedisce di gustarselo appieno. I norvegesi scelgono di suonare a tutto volume e alternare qualche parte jazzata ('Whip That Ghost', 'Song For A Bro') a esplosioni hard rock (l'inedita 'Go To California, già un inno) assordanti. Il finale conferisce ad una già buona prestazione un sapore magico: la sequenza 'Plan #1' - 'Blueberry Daydream' - 'The Golden Core' sviscera il suono dei Motorpsycho in tutte le sue sfaccettature e rende il concerto memorabile, se non altro per il recupero (attesissimo dai fan) di 'The Golden Core', monolite mind-expanding di caratura assoluta.

Brescia, 30 Agosto: La pioggia minaccia questa seconda data, che si svolge però regolarmente. La parola d'ordine è "rock'n'roll" per stasera: concerto tiratissimo, con poche aperture psichedeliche ('Taifun', il finale di 'Walkin' With J.') e un ritmo indiavolato. L'inedita cover 'The Witch' e la conclusiva 'Black To Comm' (MC5, ricordiamocelo!), in gran parte improvvisata con rime sbilenche e divertenti, stampano un bel sorriso sulla faccia di tutti: non si vedevano i Motorpsycho così energici da molto, e per una sera si fa volentieri a meno dei "viaggi" con cui i quattro regolarmente ci viziano per battere il piedino e scuotere la capoccia.

Perugia 31 Agosto: Il concerto viene confermato solo un paio d'ore prima dell'inizio, a causa delle pessime condizioni atmosferiche. La magia di 'Sideway Spiral III' apre il set, che presenta novità sostanziose rispetto alle prime due date: comprare in scaletta l'inno per eccellenza dei Motorpsycho: 'The One Who Went Away'! Cori, balli e spinte non si contengono, e da lì a poco spunta 'Shakin' All Over', ripresa anche dagli Who. Prima della fine c'è tempo per altre due sorprese: la prima è 'Kill Someday', romantica e forte allo stesso tempo, uno dei migliori pezzi del gruppo, teoria confermata dall'accoglienza ad essa riservata da parte del pubblico. La seconda è il manifesto psichedelico di 'Flick Of The Wrist', lunga e intensa, rovinata soltanto dall'idiozia di alcuni presenti ubriachi, fastidiosi e violenti: il rovescio della medaglia di un concerto gratuito.

Rimini 1 Settembre: Che i Motorpsycho abbiano sempre avuto un feeling particolare con Rimini e il suo pubblico è nozione comune fra gli appassionati del gruppo, ma il concerto di stasera supera ogni aspettativa. Parti acustiche e boati chitarristici si alternano per oltre due ore. C'è spazio per pezzi allegri e corali, come 'Big Surprise' o ancora 'The One Who Went Away', per espansioni acide (il climax finale di 'Taifun', sempre più incredibile) e anche per recuperi al limite del noise con l'esecuzione della "storica" 'Hogwash', tratta dal primo album 'Lobotomizer'. Ma non è finita: c'è ancora tempo di perdersi nel labirinto di 'The Golden Core', una vibrazione unica di 20 minuti, compatta e commovente, giocata in un crescendo che sembra non dovere/potere finire mai, lontano dalle banalità dello stoner e luccicante come -appunto- l'oro.

Milano 2 Settembre: L'ultima data di questo tour italiano riserva la sorpresa più attesa dai fan: 'Un Chien D'Espace', ovvero la summa psichedelica del gruppo norvegese, che utilizza la canzone come spazio di sperimentazione e improvvisazione totale. Struttura aperta e un'aura di magia rendono il pezzo memorabile anche questa sera, in cui vanta uno sviluppo che da sussurri jazz si alza in spire sempre più strette di volume: da sottolineare le grandi doti tecniche del gruppo in questi frangenti "free". Altre due sorprese sono rappresentate da 'S.T.G.' ('da 'Blissard') e da 'Vortex Surfer', che ha chiuso praticamente tutti i concerti del tour 1999 ma che era poi stata parzialmente accantonata. La prima scatena il proprio riff sciolto e aggressivo, mentre la seconda commuove per intensità e grazia dei movimenti, fino all'esplosione finale. Magistrali.

Teo Segale



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