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Motorpsycho - It's A Love Cut/Serpentine Ep Stickman 2002
 

Se, per alcuni addetti ai lavori, la migrazione dei Motorpsycho dal grunge di Seattle alla psichedelia Californiana, cominciata due anni fa, è stato un vero e proprio passo falso, per il sottoscritto e per tutti gli amanti di quello stile è stata un'inaspettata sorpresa. Con It's A Love Cult, ennesimo album da studio, la band norvegese non fa altro che ricalpestare il sentiero percorso con Phanerothyme e Let Them Eat Cake, rievocando quindi un sound retrò che mischia archi, chitarre folk e jam sessions elettriche ed interminabili. Se l'iniziale Uberwagner Or A Billion Bubbles In My Mind sorprende per il gonfiore del proprio suono orchestrale, grintoso e deciso, Circles conduce dritta in direzione West Coast, regalando un folk sussurrato e stellare. Con Neverland, evoluzione d'obbligo di Go To California (da Phanerothyme), il folk si tramuta in uno smagliante suono beat, preludio di Carousel, sette minuti d'archi in crescendo e d'alchimie vocali alla Crosby, Stills, Nash & Young; le tastiere brit e il ritmo fine settanta di Burt Bacharach fanno capolino in What If…, mentre il rock di Demon Box (1993) risorge grazie a Custer's Last Stand. Di contorno ad un album già abbastanza lungo (cinquanta minuti), musicalmente curioso, nonché l'ennesimo a passare attraverso un'universalità sonora, i Motorpsycho pubblicano Serpentine Ep, mini album di cinque pezzi, quattro dei quali inediti. La title track, unico brano presente anche su It's A Love Cult, è un pop in evoluzione, solare e con un buon giro di basso, mentre le rimanenti tracce svariano dal quiet folk di Shane 2 Am alla jammmata ed esaltante Fade To Gray, passando per il suono anni settanta di Little Ricky Massenburg e Snafu. Quale sarà il passo successivo è difficile prevederlo: intanto godiamoci questi due ottimi dischetti.
(Carlo Lancini)

www.motorpsycho.fix.no